domenica 30 novembre 2008

Qualcuno ha detto: "Non esiste cattivo tempo, esiste solo una cattiva attrezzatura". Ora anche gli stivali di gomma, usati da sempre dai cacciatori, diventano un accessorio trendy. Inoltre, per la loro calzata comoda, le calosce smentiscono la regola per cui ciò che è di moda è abitualmente importabile e insalubre: vedi tacchi 12, sottovesti da indossare a dicembre, maxi borse che massacrano le spalle, bustini rigidi mozzafiato.
Dopo anni di oblio, gli stivali di gomma sono molto apprezzati dalle donne che li portano volentieri con i jeans a sigaretta infilati dentro, o con la minigonna.
Sembrerebbe una follia, ma le calosce vengono consigliate anche in versione glamour per le spose d'autunno: bianche, ovviamente, in tinta con l'abito, come quelle proposte da Funky Wellington Boots, marchio inglese specializzato in stivali di gomma in versione chic.
Come si portano? Con disinvoltura sotto un mini dress come Kate Moss oppure con dei leggins e un miniabito come la stilosissima Mari (prima foto) che ho conosciuto sabato da Oreà Malià, uno dei migliori saloni di hair designer di Milano.
Se poi volessimo definitivamente sconfiggere la pioggia con stile, potremmo sempre abbinare alle nostre caloche anche un bel trench ( in foto un modello Hunter).
Ovviamente io amo il rosso e il viola...


giovedì 27 novembre 2008

Lo so che sto trascurando la parte moda, ma il motivo è che mi piacerebbe non essere banale e trovare degli argomenti REALMENTE interessanti o utili.
Quest'oggi, seguirò il consiglio di una mia cara amica e parlerò di CALZE, il nuovo must (ho sempre voluto usare questa parola) di stagione.
Collant, autoreggenti o semplici calzini.. L'importante è uscire fuori dallo standard del nero o comunque dei colori tradizionali e... stupire, forse prima di tutto se stesse :-)
Effettivamente sono una trovata veramente low buùdget in grado di trasformare una mise conferendole un tocco di originalità.

Personalmente preferisco quelle di Philippe Matignon, perchè ha una collezione pazzesca quest'anno e, soprattutto, per tutti i gusti.
Tra gli abbinamenti, suggerirei di provare il viola e il rosso. Si sposano benissimo e l'accostamento cromatico dà un effetto veramente paricolare.. Specie se il rosso è quello delle scarpe :-)





mercoledì 26 novembre 2008

Buongiorno buongiorno,
quest'oggi riprenderei il tema del viaggio, prlando di un artista, per cui, mi viene la pelle d'oca anche solo a scrivere il nome: PAOLO CONTE.
Anche nelle sue canzoni, infatti è presente il tema del viaggio.
Ma...cos’è il viaggio per Paolo Conte?
Evasione.

Scoperta.

Sogno ad occhi aperti.

Agitazione motoria.

Ogni mezzo è buono.

Dai sandali del tifoso di Bartali che hanno fatto tanta strada, alla Topolino color amaranto, che, solo a lasciarle sciolta la briglia, “sembra un’Aprilia”.
Dai mocassini di Novecento ( dove eravamo noi quel mattino/ quando correva il Novecento/ le grandi gare di mocassino) al camion di Uomo-camion ( ma un uomo camion vive ancora in me/ e ancora mille strade ti aprirà/ in questo oceano di attimi sarà/ qui per te, qui per te[..] E da quei viaggi avrai/ una ruga in più , ma anche un po’ di sole).
Ma c’è anche il treno di Azzurro ( io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da te) o la nave di Onda su Onda
Fuggire, con qualsiasi mezzo, sembra l’impulso principale del protagonista di quasi tutte le canzoni di Paolo Conte.

Il viaggio è l’unica modo per mettersi alle spalle le delusioni, per estraniarsi e in qualche modo ritrovarsi.


E qualche volta si fugge con l'amata e qualche volte si fugge VERSO l'amata....
Certo che anche il MIO treno dei desideri a volte va all'incontrario... E' più facile!!!!

martedì 25 novembre 2008

Oggi, per la sezione moda, parliamo di comodità.
Fortunatamente dopo tanto tanto (troppo!!!) stretch, torniamo un po' non solo alle comuni misure ma addirittura all'over size ( che personalmente adoro!!!)
Facile da realizzare, (un maglione o una giacca di papà o del fratellino) e soprattutto adatto a tutti. Basta solo scegliere cosa...
Nel senso: non dobbiamo andare in giro stile sacco di patate, ma capire quotidianamente quale parte di noi vogliamo si senta COMODA e comportarci di conseguenza..
Di seguito un po' di ispirazioni...


E per chi non volesse rinunciare all'eleganza...

lunedì 24 novembre 2008

Andiamo. Sì, ma dove? Non lo so, ma dobbiamo andare.
Jack Kerouac

sabato 22 novembre 2008

Direi che non posso sottrarmi all'invito di affrontare un tema richiesto, quindi parliamo del VIAGGIO.
Solo per amor di cultura e non per un inutile sfoggio di erudizione, ripercorrimo brevemente il significato che ha assunto il viaggio nella storia della letteratura
Esiste un'opera nella letteratura di tutti tempi che riassume i significati concreti e simbolici legati al tema del viaggio: l'Odissea di Omero. Il viaggio di Ulisse è un viaggio di ritorno alla sua nativa Itaca, la patria abbandonata.
Nell'elaborazione del mito di Ulisse che Dante propone nel canto XXVI dell'Inferno, di Ulisse invece emerge una nuova interpretazione dell'uomo contrassegnato da una sete conoscitiva sfrenata.

Il Settecento illuminista inaugura anche un altro tipo di viaggio: il Gran tour. Con l'espressione si é soliti definire il viaggio di istruzione e di formazione, ma anche di divertimento e di svago, e perché no di avventura, che le élites europee, e americane intraprendono attraverso l'Europa. Protagonisti indiscussi del Grand Tour sono i giovani che hanno appena concluso gli studi. Con il viaggio, la loro educazione si completa e si perfeziona: le conoscenze apprese nelle università si fanno più duttili, si arricchiscono, si aprono alla moda, al gusto e alla competenza estetica, si completano con la conoscenza degli uomini e delle nazioni.
A viaggiare sono anche diplomatici, filosofi, collezionisti, amatori d'arte, romanzieri, poeti, artisti. Meta privilegiata é l'Italia, culla della civiltà e dell'arte.

Il mito di Ulisse, reinterpretato da un po' tutte le età, viene ripreso nel Novecento, proprio per gli elementi di apertura ed ambiguità che racchiude. Sono le motivazioni al viaggio di ricerca esistenziale che rendono vitale questo mito. La ricerca avviene essenzialmente nella dimensione interiore ed inconscia .
Rimbaud nel suo Battello ebbro ripropone una metafora del viaggio come frattura, totale allontanamento da ciò che è noto...

Infine l'Ulisse di Joyce ripropone ancora il topos dell'eroe viaggiatore, ambientando questa volta la vicenda nella moderna città di Dublino, sede della vana ricerca di senso della vita da parte dell'uomo moderno, proteso a dare significato alla banalità del quotidiano, in un flusso inesausto di pensieri.

Il viaggio dunque racchiude una sostanziale polarità tra la fedeltà alle radici della terra natale e la scommessa della ricerca.
E' rischio di perdita ma anche promessa di conquista, è speranza di ritorno ma anche abbandono angoscioso all'ignoto.

Facendo, a questo punto, un profano riferimento non ad un animo nobile o ad uno spirito letterario del passato, ma ad una comunissima mortale (me medesima), posso con certezza affermare che il viaggio sia stato e continui ad essere una costante della mia esistenza.
Inizialmente, per me ha rappresentato un esilio, l'abbandono della mia cultura di origine, dei valori della società nella quale ero cresciuta.
Inizialmente la percezione del mio viaggio era, quindi, come di un fenomeno transitorio e intriso di speranza di ritorno.

Poi, in un secondo momento è subentrata una necessità inconscia, quella della scoperta.. Avevo bisogno di viaggiare per conoscere, per entrare a contatto con altre culture, per fare dei confronti. Essendo ormai una sdradicata (nel senso letterale del termine), avevo bisogno di termini di paragone prima di effettuare una qualunque scelta
E, non avendo soldi a sufficienza per poter andare in lungo e largo come sarebbe piaciuto a me, ho fatto sì che il viaggio diventasse una necessità, scegliendo un lavoro che mi portasse in giro per diverso tempo.
Si può dire che non sono ancora alla fase del VIAGGIO VERTICALE, ossia il viaggio alla scoperta di sé, al viaggio introspettivo, quello più accessibile ma anche il più difficile da intraprendere, ma sono sicura che sto per arrivarci.

Volendomi paragonare ad un genere musicale secondo me sarei REGGAE
Il reggae, nasce come musica di denuncia e, come ogni musica nata in strada, è rimasta ancorata ai propri codici fino a quando dalla strada non siè tolta per visitare altri luoghi, da cui si è lasciata contaminare.

Open your eyes and look within:
Are you satisfied (with the life you're living)? Uh!
We know where we're going, uh!
We know where we're from.
We're leaving Babylon,
We're going to our Father land.



A questo punto mi piacerebbe leggere di altre esperienze... capire se, come, in che misura e soprattutto sotto quale forma il viaggio sia entrato a far parte della vita di altra gente...
Buongiorno,
oggi mi sono svegliata con la voglia di parlare di VINTAGE.
Per chi non lo sapesse Vintage deriva da Age du Vin ed era un termine utilizzato per indicare vini d'annata difficilmente reperibili.
Col tempo, la parola è entrata a far parte del linguaggio comune per indicare oggetti o abiti d'epoca la cui manifattura speciale e di qualità li ha resi pezzi unici e difficilmente riproducibili.
>Ripropongo una serie di modelli tratti dalla vita di tutti i giorni
L'originalità e l'unicità del VINTAGE lo richiedono....


A questo punto, è doveroso aprire una parentesi accessori ed in particolar modo parlare di borse. I modelli che seguono, però, li ho recuperate dall'alta moda.
So che di vintage hanno solo l'ispirazione,ma erano troppo belle e non potevo rinunciare al piacere estetico di averle sul mio blog ;-)

venerdì 21 novembre 2008


Da bambina sognavo di fare la stilista...di tanto in tanto ritrovo degli schizzi, e mi soprende piacevolmente costatare che avevo un grande talento, nel disegno ma soprattutto nella creatività. Nei bozzetti di una ragazzina poco più che dodicenne...andiamo più o meno a quindici anni fa... ho ritrovato dei modelli avveneristici per l'epoca, che di molto si avvicinano a quello che si vede oggi sulle passerelle...

Poi l'impossibilità di far si che la mia passione per il disegno e la moda divenisse qualcosa di più, ha portato a due conseguenze. Continuo a disegnare, ma unicamente donne nude....e la moda non è tra i miei argomenti preferiti.

L'autrice del blog ha però insistito affinchè diventassi coautrice ed eccomi a dare il mio contributo. Mi è stato chiesto di affrontare degli argomenti interessanti. Lo farò, promesso, non ora non qui ( per citare un bel libro di Erri De Luca) .

Oggi, l'indumento di cui mi va di parlare è: la camicia.
Tantissime volte, siamo lavorativamente costrette ad un look formal.
Ma come sdrammatizzare la banalissima camicia e variare quei tanto noiosi accostamenti?
Secondo me ci sono innumerevoli modi per abbinare una camicia e creare delle mise divertenti. Basta osare un po'
Sicuramente uno dei modi potrebbe essere quello di sostituire alla giacca il gilet (a me piacciono da morire quelli imbottiti e un po' pelosi anni '70). In alternativa si potrebbe sempre pensare di variare un po' con gli abbinamenti: un pantalone a vita alta, uno a sigaretta ma corto alla caviglia da abbinare ad un paio di décolleté eccentrici, infine perché non indossarla sulla gonna con una cravatta ed un giacchino in lana magari con manica tre quarti? Oppure perchè non renderla mascolina con un paio di bretelle?
Di seguito una serie di modelli che mi piacciono molto. Propongo anche un bel taglio di capelli.. perfetto per un look un po' dandy.

Quest'oggi,
comincio col fare un passo indietro e col concludere l'argomento di cui mi è tanto piaciuto parlare nei primi tre giorni di vita del mio blog.
Innanzitutto, grazie a Ninì per avermi riportato un esempio tratto dalla contemporaneità.
L'argomento per me era la MUSICA. Davo per assodato che negli anni non fossero cambiate né le sensazioni né le intensità delle emozioni
Davo altrettanto per scontato che non ci fosse una differenza di tipo sessuale nell'approccio, sia perchè ritengo che quando si parla di sofferenza le differenze si annullino e sia perchè il mio era un esperimento volto proprio a dimostrare la trasversalità del fenomeno (anzi se vogliamo proprio essere pignoli paradossalmente c'erano più video di uomini che parlavano di mal d'amore. Uno per tutti, l'ultimo, quello di Joe Cocker che parla di una donna da cui è stato ssedotto e abbanonato)

La tesi di partenza: Negli anni '70-'80 anche le canzoni il cui contenuto era l'amore ed in particolar modo la passione che generava sofferenza (era lì il paradosso) avevano un sound vivace e colorito. E l'evoluzione della tesi è stata l'attribuzione della causa al fatto che la MUSICA fosse, a differenza di oggi, un Divertissment nel senso letterale del termine, senza nessun giudizio di valore al riguardo.
Credo che la tesi a questo punto possa diventare un assioma, così come secondo me, è altrettanto vero che ai nostri tempi si tende ad essere più malinconici perchè la musica oggi (e parliamo di musica leggera non di generi "colti" e/o di nicchia) la usiamo per accarezzare il nostro stato d'animo. Ci piace la musica che parla di noi, nella quale ci rispecchiamo. E gli ultimi due commenti del blog ne sono la testimonianza.
A proposito della musica popolare, è vero che è impossibile confrontarla con qualunque altro genere musicale, ma fondamentalmente anche questo genere ha avuto come funzione quello di DIVERTIMENTO, tant'è che la gente cantava e ballava per allontanare il pensiero della guerra (come testimonia questo stralcio tratto da PIZZICATA di Winspear)


Per concludere "cazzutissime" (:-)) donne è indubbio che i tempi siano cambiati e che fortunatamente TUTTI siamo sempre più alla ricerca della felicità tanto da mettere sempre in discussione quanto raggiunto.

E visto che anche a me piace tantissimo Vinicio:

giovedì 20 novembre 2008

Buongiorno,
continuando sulla scia degli ultimi post, oggi diamo il buongiorno con un brano stupendo.
Sfido a trovare, nella musica contemporanea un pezzo altrettanto bello e con un contenuto così disperato.
lasciami andare bambina, libera il mio cuore, mi hai stregato e gettato via.. (per il testo e la traduzione: http://www.dartagnan.ch/article.php?sid=4353)
Chi non ha provato queste sensazioni?
Lancio una provocazione: così come la musica popolare salentina, mi sembra che la musica degli anni 80 (questo pezzo è del 1987) britannica, fosse una specie di rito per esorcizzare il male. La pizzica, tra le tante interpretazioni, non ha forse quella di essere nata come rito per liberare la donna dal veleno messole in corpo dalla tarantola (che secondo la mitologia greca simboleggiava l'afflizione provocata dall'abbandono da parte di un uomo)?
Ascoltiamo e pensiamo

mercoledì 19 novembre 2008

Parlando sempre di stili (perchè è bello pensare che non ne esiste solo uno che qualcuno inventa per noi), quello che mi piace guardare ultimamente è un accostamento cromatico un po' azzardato: grigio e marrone.
Mi piace moltissimo indossare un abitino grigio (possibilmente corto) accostato ad un paio di stivali marroni, magari con l'aggiunta di un accessorio bicolore (come la spilla!!).
L'abitino sotto è in vendita su yoox ed è veramente bello!!!
Qualcuno ieri, mi ha scritto una cosa molto interessante riporto integralmente:

Beh io ho confutato che un certo Tiziano Ferro ha scritto una canzone per una certa Giusy Ferreri, stesso tema, non amore disperato,ma sempre donna lasciata...però l'effetto è differente.
Le canzoni d'altri tempi sono tutta un'altra storia, come anche le storie d'amore!

Cosa ci stiamo dicendo? Che gli amori d'altri tempi erano meno complicati? Sicuramente in passato c'erano molte meno possibilità di divertimento (nel senso letterale del termine), molte meno tentazioni, molte meno libertà di movimento... Ma di base c'è l'essere umano quindi non erano diversi nè la forza dei sentimenti nè tantomeno l'intensità della sofferenza.
La musica è lo specchio del tempo e il tempo secondo me non è fatto di date ma di persone. In passato la gente ascoltava musica per evadere dalla quotidianità e quindi aveva bisogno che la musica fosse "leggera", felice o veemente.. Oggi noi donne (o meglio molte di noi) cerchiamo un rifugio nel quale continuare ad essere tristi (parliamo sempre di pene d'amor perdute). e' come se fosse una sorta di spleen, cioè di autocompiacimento della propria tristezza... Non è accettabile che uno balli mentre pensa che il tipo è con un'altra a spassarsela mente fino a qualche giorno prima le giurava amore eterno..
Sentite qua: VI SEMBRA UNA CHE SI DISPERA DISTESA SU UN LETTO? (PER IL TESTO E LA RISPETTIVA TRADUZIONE: http://www.dartagnan.ch/article.php?sid=1242)

Buongiorno,
allora in questi giorni avevo elaborato una teoria a proposito del paradosso delle canzoni d'amore felici d'altri tempi..
Pensavo che solo gli inglesi fossero contenti quando venivano mollati o si innamoravano.
Ma ogni teoria è tale poichè deve essere confutata, e io l'ho confutata da me (della serie fatti una domanda, datti una risposta e vattene aff...)

Questa è del 1983 ed è... ITALIANA!!!!

martedì 18 novembre 2008

Momento ìlare o ilàre

Oh Dio, Oh dio... Che ridere
Cosa accade? Cosa accade? Cosa accade?
ok.. è arrivato il momento di parlare di stile.
Uno che a me piace particolarmente è quello gipsy.
A mio avviso questo look oltre ad essere adatto a tutti i tipi di personalità e soprattutto di taglia (oltre che di portafogli :-)), si presta bene ad essere reinterpretato e personalizzato.
Ad esempio, una cosa che ho provato a fare e devo dire con un discreto successo è: prendere una gonna lunga estiva e farla diventare un abito portandola su all'altezza del torace e fermando la vita con una cintura o un nastro colorato.
Per la schiena un coprispalle e ai piedi o delle semplicissime ballerine o se si vuole osare un po' calzettine monocolore e tacco (perfavore no a tacchi a spillo e punte)

Come chicca: il modello in lungo è Miss Sixty
Questo cappellino invece è promod e costa 14.95 € e secondo me è un accessorio che fa la differenza insieme ai manicotti...
Buongiorno,
anche oggi si dorme in piedi..
Mi sveglio con un buon the e con una canzone bellissima..
Anche nel 1973 la gente era felice quando parlava delle sue pene d'amor perdute...
E non credo proprio fossero solo le droghe
Ma che cavolo sarà successo poi?
Mah! Indagherò!

Buon ascolto e buona giornata al mondo (tranne al mio capo ahahahah)

lunedì 17 novembre 2008





Ok... visto che oggi proprio non c'è assolutamente niente da fare... mi metto a fare quello che più mi piace in assoluto.. parlare di moda.
La mia passione è trarre ispirazione dalle sfilate, dalla gente in strada, dalle vetrine e poi reinterpretare i vari modelli secondo il mio gusto personale e soprattutto in maniera assolutamente low budget.
Sono eccentrica e piuttosto vanitosa e sinceramente adoro esserlo.
Stavo spulciando tra le immagini delle sfilate Primavera/Estate 2009 e questi sono tre dei modelli che mi sono piaciuti di più.

Mi piacciono perchè sono belle suggestioni, piuttosto facili da riprodurre in chiave no money (chi non ha a casa un abito bianco e un paio di stivali marroni?). Quello che farei io è sosituire i sandali della modella in grigio con un paio di snickers (vd quelle di seguito: modello vans e costo 60 euri!!!) e calzino a vista.. rigorosamente grigio!!!





Tripudio delle mie papille gustative..
Il mio amicollega Ale, ha portato una cheese cake fatta con le sue dolci manine, con tanto di TOPPING (mio dio che ho scoperto oggi: le salsine per decorare dolci si chiamano TOP) al cioccolato e/o amarena.
Buona buona buona

Per chiunque volesse cimentarsi: http://www.giallozafferano.it/images/PDF/ric-131-20080910114124.pdf



Praticamente dormo ancora...Non riesco a svegliarmi e, benchè sia al lavoro, non riesco a fare assolutamente niente che possa implicare anche solo lontanamente il coinvolgimento di una cellula neurale.Odio tutti quelli che mi rivolgono la parola, ringhio peggio di un cane rabbioso. Mamma mamma. Però una cosa mi rende felice.Ascoltare questa canzone che mi ricorda la mia infanzia.
E' bello notare come nel 1982, le ragazze ballavano e non piangevano sul testo di una canzone che parla della fine di un amore... Le mie cugine lo facevano e benchè fossi piccolissima, costringevano anche me a farlo con mio sommo piacere...
Buon ascolto.


domenica 16 novembre 2008

Purtroppo questa sera non ho proprio niente da dire.
Non c'è verso che trovi le giuste parole. Ogni frase mi sembra sconnesa e ogni tentativo di spiegare il perchè di questo blog si risolve con una sempre maggiore convinzione che di fatto non so perchè cazzo l'ho aperto.
Fondamentalmente sono una chiaccherona, amo parlare e, se fosse per me, abolirei il sonno. Trovo che dormire accorci ancor più la mia giornata e questo mi fa incredibilmente arrabbiare.
Fondamentalmente questo blog è una strada e per strada c'è di tutto: locali, cinema, teatri, negozi, ma soprattutto persone e storie. 
Io vorrei riempire una strada vuota.. Non so come...
E con questo vado a dormire, sperando che domani mi ritorni la logorrea o che rinsavisca...
Buonanotte






MAKI'S STREET